Se ne stava sospeso in un ambiente liquido, senza fatica, immerso in un mondo ovattato e tiepido, privo di luce e quasi totalmente silenzioso. Non aveva bisogno di respirare, ne di mangiare a questo e a tutto il resto pensava la Grande Madre. Poi, allΓÇÖimprovviso un cataclisma scosse quellΓÇÖuniverso di pace, le pareti gli si serrarono intorno spingendolo verso un impervio e stretto passaggio. Prima la testa, compressa da ogni lato, si incune├▓ profondamente in quella sorta di galleria. Passarono parecchie ore, forse un giorno, lΓÇÖossigeno diminuiva. Poi tutto il resto del corpo venne implacabilmente schiacciato, le membra distorte e il tronco imprigionato sempre pi├╣ strettamente fino a che di colpo egli venne proiettato nel ΓÇ£nuovo mondoΓÇ¥. Tutto quello che prima era silenzio calore e pace era divenuto fatica, luce, rumore, superfici dure e freddo, tanto freddo. La fame di ossigeno era ora insostenibile. Occorreva una cosa sola, respirare. E con il primo respiro, il primo suono: un grido. ΓÇ£Vivo!ΓÇ¥.